Poesia

Questa è la prima poesia che ho scritto quando avevo otto anni.

Se il larice imprime
una forza
potremmo
unire
tutte le più
grandi energie
per poter opprimere
il sentimento
di non ottenere
opportuno
riconoscimento.

La musica della libertà

Mentre la musica corre
nell’androne
scendendo la ripida scala,
i passi più lenti,
ora più svelti
che mostrano di seguire il ritmo
irregolare ti guardo
danzare.
Completamente assorto in questi
tuoi movimenti,
tenero contatto con la tua mano vorrei sentire
ma non potrei cantare la perdita
di infinita libertà della tua danza leggera:
lascio stranita la mia mente tremando
nel contatto solo immaginato,
vitale,
delle tue lievi dita.
La mente
descrive spirali
sentendo le note
saltare
simbiotiche,
cessare,
alzarsi melodiose nell’aria.
Nel sogno scomposti
addensati colori
daranno immagini
variegate,
che accenti sonori
espandono in ondulati
disegni. Del mio pensiero sommesso
srotola intenso un sospiro
appena espresso, trattenuto soffio.
Fai ancora qualche passo, poi
il sorriso
scalda il cuore
e accompagna
il dissolversi della canzone.

La spiaggia cristallina

Le scintillanti brecce rivelano montanti
riflessi di cristallo,
dedalo di insolate
trame di luce,
trine di spuma esplodono
sulla sabbia rovente giocando
con la libertà
delle onde nel loro
interminabile
inseguirsi.
Inclinata sulla sera
che lascia cascate di
cobalto
silenziosa sale
la luna
alta e spirali di
emozioni avviluppano i miei segreti
pensieri.
Trasportano pretesi trepidanti
intensi aliti
dell’animo, oppongono ingrate
malinconie, crescono per lo sterminato
insonne spazio
fremiti di gioia.
Entrano in un silenzio lento
allocuzioni
mentali di parole
appena sussurrate.

Ti vestirai di luna

Trasognata
follia recondita,
in questa notte
d’estate
come un destriero
corre imperterrito
un incerto pensiero,
segmento di certezza,
essenza senza forma.
Sembianza evanescente
ammantata di sottile
tessitura d’argento
la tua mano danzante
traccia nell’aria
una linea sinuosa
in questa notte d’estate.
Secerne il madido cielo
respiro di rugiada
come un pianto dolce,
trasparente acqua di vita.
Vèstiti di luna
questa sera e danza
sacre movenze antiche
incedi come vestale
di un rito ammaliatore
accendi una fiaccola
che dia luce al mio essere
assediato dal buio,
assetato di vita.

Il vento

Se il vento
danza con ariose
movenze sul diapason
della creazione, ditirambi
armonici si intrecciano,
cessano, ritornano
le voci di sibili morenti,
sulla terra che risuona
illudendosi di adescare
piccoli riccioli di sole,
gelosa delle nuvole,
inconfinate scie delle ultime
distanze romite che alte
corrono sfilacciate
come veli strappati.
Sente la vita respiri
fremiti lamenti
del vento,
mantice leggero
dalla voce soffusa,
mentre scorre felice.

I colori dell’anima

Cerco nella memoria le tracce del passare
del fiume di casi,
di suture salutari di ferite che un dolore
ha provocato, di desideri compiuti,
asfodeli appassiti
ossimori chiusi
da contrastanti
pensieri accostati opposti
in infiniti microcosmi diluiti
dall’accomiatarsi degli istanti.
Le ombre veloci
saturano il pensiero evocano
dolori sopiti
lasciano ricordi raddolciti.
Il fresco trascolorare della notturna
luminescenza diventa poco a poco
ologramma, assume forme illusorie,
in trame reticolate che vanno nascendo
a vita,
ricreata realtà di un’anima nuova.

Il canto della vita

Trasparenza
in un buio
mattino
il giorno
respira
tracima l’aurora
in una sfera
di luce.
La scia
della notte
scompare
potrei
finalmente
cantare alla vita.