spettacolo

COME SAREMO FRA 20 ANNI?

DUE

con Raoul Bova e Chiara Francini

di Luca Miniero – Astutillo Smeriglia

Aiuto regia Paola Rota
Disegno luci Daniele Ciprì
Scenografo Roberto Crea
Costumista Eleonora Rella

Regia
Luca Miniero

Sono due i personaggi che il copione mette in scena in questa vivace commedia, una coppia alle soglie del matrimonio in un momento della loro vita in cui il passo che stanno per fare induce a delle riflessioni sul futuro. Più a lei che a lui, impegnato in un lavoro manuale come il montaggio del letto e poco incline a porsi delle domande, nonostante la sua frequentazione del filosofo Epicuro. La sequela di interrogativi con cui Paola lo incalza scuote la sua sicurezza tutta maschile e mette a nudo la profonda differenza dei due sessi nell’affrontare la vita, soprattutto nei momenti cruciali. L’amore può dare la sicurezza della stabilità di un rapporto, se i due lo vivono in modo così diverso? E se poi nel matrimonio si inseriscono altre persone, figli, amanti, parenti, rappresentati sulla scena da sagome cartonate, la loro unione terrà? In un’epoca dominata dall’obsolescenza programmata, in cui le cose sono destinate a durare poco, ecco che anche l’amore assume, secondo l’intuizione di Zygmunt Bauman, una caratteristica di liquidità, rendendo fragili le relazioni umane, ricercate per rispondere al bisogno di sicurezza, ma allo stesso tempo fonte di paure e insofferenza ai legami duraturi.

Ci sono spunti di riflessione in questo testo di Miniero che esaspera le nevrosi dell’età odierna, scoprendo le difficoltà del matrimonio in un clima di incertezza nei rapporti interpersonali. Nei protagonisti ci si può identificare facilmente ed è questa una delle ragioni per cui la commedia ha successo.

L’intenzione è buona, ma il lavoro risente della mancanza di una struttura solida nella regia, infatti Miniero, dopo alcuni film fortunati, esordisce sul palcoscenico del teatro, dove è richiesto un approccio diverso dal cinema.

Molta della presenza scenica è affidata a Chiara Francini, certamente in grado di muoversi con disinvoltura in un personaggio che scopre le ansie a mille gradi racchiuse nel vortice delle nevrosi di una donna di oggi. Nella sua interpretazione teatrale esaspera tratti e atteggiamenti, cadendo a volte nel grottesco. Alla sua indubbia bravura non sembra corrispondere con altrettanta padronanza Raoul Bova. Monocorde, sconta la sua inesperienza del palcoscenico da cui devono emanare emozioni nelle quali gli spettatori possano immedesimarsi. Non si può dire che il fisico statuario dell’attore non abbia il suo peso nel gradimento del pubblico, specialmente femminile, facendo di questa commedia una delle più attese della stagione teatrale.

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